Cinque storie di blogger italiani su Hypotheses.org
Il blogging accademico in generale, e la piattaforma Hypotheses.org in particolare, sono ancora poco riconosciuti in Italia, ma gli effetti del blogging e delle sue potenzialità d’ispirazione sono già all’opera.
Cominciamo questa piccola rassegna degli esempi di blog e di blogger già presenti sulla piattaforma da Giorgio Spugnesi, che nel primo post del suo blog “Genealogy Cruncher. Un blog di informatica per le scienze umane”, precisa ai lettori chi gli ha dato il la per iniziare la sua avventura di “ricercatore volontario” che blogga durante il suo percorso di ricerca: si tratta di un post di Arthur Charpentier, scritto per il suo carnet de recherche – nome che ai blog accademici si è dato in Francia e che significa taccuino di ricerca – e tradotto da Giorgio Guzzetta per Leggere, scrivere e far di conto, spazio animato dalla comunità di informatica umanistica raccolta attorno all’Associazione per l’informatica umanistica e la cultura digitale. Guzzetta aveva inaugurato la traduzione di una serie di post per comporre una “guida al blogging”, per esplicitare e rendere note in Italia le riflessioni che altrove si fanno su questa pratica fin dai primi anni 2000.
Ma tornando a Genealogy Cruncher, il blog tratta di “informatica umanistica, di estrazione ed elaborazione di conoscenza dai dati, di metodi della fisica applicati alle scienze umane, ma prevalentemente di genealogie come campo di applicazione di questi concetti”. Giorgio ha fatto la scelta deliberata, dopo una lunga riflessione, di scrivere nella propria madrelingua. Una scelta che OpenEdition sostiene e incoraggia promuovendo il multilinguismo. Per saperne di più sul percorso verso il blogging di Giorgio Spugnesi, non perdete la sua testimonianza.
Altra avventura è quella di Antonello Fabio Caterino, che fa la spola tra Losanna e Ururi, in Molise, per un dottorato in cotutela italo-svizzera in filologia rinascimentale. Tra un viaggio e l’altro, Antonello anima il suo blog Filologia Risorse informatiche, nato prima su WordPress e poi migrato su Hypotheses.org non appena Antonello Fabio, nella sua costante mappatura del web alla ricerca di nuove risorse utili, ha identificato la nostra piattaforma. “L’ambito filologico è ad alto rischio di isolamento – ci ha raccontato – se si aggiunge la dinamica lunga dell’editoria scientifica, le possibilità di condividere la propria ricerca al di là dei pochi grandi convegni specializzati sembrano scarse, ma il problema si potrebbe aggirare rendendo la ricerca più social”.
“Filologia Risorse informatiche – continua – è nato come un gruppo Facebook tra colleghi di studio, con lo scopo di condividere link che potevamo sfruttare per analizzare testi e fonti. Condividere i propri studi in un modo più immediato, permette anche di costruire meglio il proprio lavoro a monte, organizzando poi ricerche in loco più mirate”.
Non solo condivisione di risorse e ipotesi di lavoro tra colleghi, per Antonello Fabio il blog può essere anche un efficace strumento pedagogico: per gestire i rapporti con gli studenti di un seminario, per diffondere materiali, per poter commentare insieme agli studenti alcuni passaggi di una ricerca in corso o di un tema trattato. Insomma, il blog non come luogo autoreferenziale ma come strumento di scambio e comunicazione con altri che lavorino sui propri stessi temi, attraverso un mezzo che permetta di concentrarsi sui contenuti e di condividere i propri studi. Per saperne di più sul progetto e sull’idea di blogging di Antonello Fabio Caterino, potete leggere la sua storia.
Nella blogosfera italiana su Hypotheses, troviamo poi – non certo ultime – due pioniere: Enrica Salvatori, che fa oggi parte del Comitato scientifico del progetto OpenEdition Italia, e Elena Franchini, bibliotecaria molto conosciuta negli ambienti universitari pisani che gravitano intorno a Lettere, e blogger accademica dal 2007: il suo blog Filosofia & Storia è stato il primo in lingua italiana su Hypotheses.org.
Enrica Salvatori, medievista, conta due blog su Hypotheses: L’arte di verificare le date, aperto nel 2013 e che comporta i risultati del suo lavoro di analisi dei modi di datazione delle pergamene del sud della Francia, in particolare di quelle marsigliesi: un taccuino bilingue, con post in italiano e francese, che ha messo in luce una delle particolarità del blog, l’aggiornamento non lineare a non progressivo dell’andamento di una ricerca. Conclusa questa ricerca, Enrica Salvatori continua ad alimentare oggi il suo taccuino personale, Appunti di viaggio tra il medioevo e la cultura digitale, uno spazio in cui condividere i materiali interessanti per le sue diverse ricerche. L’appassionante percorso che l’ha portata dal medioevo alle Digital Humanities si trova qui.
Elena Franchini invece, dal 2007, condivide sulla rete le risorse disponibili online e utili alla ricerca negli ambiti storico e filosofico con il suo carnet Filosofia & Storia. Se anche trova sempre difficile capire chi sono in realtà i lettori del suo blog, per Elena Franchini resta uno mezzo più efficace rispetto agli altri strumenti “social”, perché permette approfondimenti maggiori e più articolati. Il percorso degli otto anni di Filosofia & Storia vale la lettura.
Poi c’è una giovane rivista, Officina della Storia, che nel suo taccuino inaugurato su Hypotheses ad aprile 2013, poco dopo Filosofia & Storia, pubblica tutte le segnalazioni che non trovano spazio nella rivista, gli annunci per le call for paper, i numeri in uscita, i progetti a cui Officina collabora.
Anna Caprarelli, motore della proposta di affiancare un taccuino di ricerca alla rivista e autrice di un suo blog personale, aveva incrociato già nel 2009 la strada del direttore di OpenEdition, Marin Dacos, in un convegno in Lussemburgo su “La storia contemporanea nell’era digitale”, un simposio che fece il punto sullo stato dell’arte della ricerca accademica nel campo dell’informatica umanistica dedicata alla storia contemporanea. Marin Dacos sottolineò l’importanza, nonostante le reticenze ancora forti allora, della questione della condivisione delle fonti, allo scopo di favorire scambi dialettici e arricchire i diversi punti di vista, e quella connessa della privatizzazione delle scienze e dei loro dati.
Le potenzialità del blog sono state allora chiare: permette una notevole disseminazione del sapere e un contatto costante con le novità che riguardano il proprio ambito disciplinare. In questo senso, secondo Anna Caprarelli, “dovrebbe essere utilizzato con maggiore frequenza e avere valore di discussione seria e ragionata e rientrare perfino nelle valutazioni scientifiche accademiche a pari peso delle pubblicazioni tradizionali”. Si aggiunga – sottolinea ancora Anna – che la piattaforma WordPress, scelta da Hypotheses, è di facile utilizzo, intuitiva, senza particolari barriere di conoscenza da superare per poter essere utilizzata rapidamente.
In questa breve rassegna abbiamo segnalato solo i taccuini più attivi su Hypotheses.org, rappresentativi anche di diversi modi di utilizzare il mezzo blog per condividere le proprie ricerche. È possibile ritrovare gli altri esperimenti di blogging in italiano su Hypotheses.org, conclusi o appena nati, facendo una ricerca sul catalogo generale di Hypotheses.org. Non esitate a dare un’occhiata: potreste fare la conoscenza di nuovi ricercatori che si occupano della vostra stessa ricerca e, perché no, sentirvi invitati a partecipare voi stessi ad una più ampia diffusione delle conoscenze legate al vostro tema.