Il blogging al servizio della ricerca sulle genealogie della nobiltà europea
Giorgio Spugnesi è un computational scientist che si occupa dell’analisi statistica di alberi genealogici e dello studio dei modelli computazionali del MRCA (Most Recent Common Ancestor). Nel giugno del 2015 ha inaugurato il suo taccuino di ricerca su Hypotheses.org: “Genealogy Cruncher. Un blog di informatica per le scienze umane” e per questo gli abbiamo chiesto se poteva raccontarci via mail il suo percorso e quel che l’ha portato a condividere le sue ricerche attraverso il blogging.
Come ha conosciuto Hypotheses e come è nato il progetto di blog?
Ad aprile 2015 mi sono laureato in Informatica Umanistica presso l’Università di Pisa con una tesi su alcune proprietà statistiche degli alberi genealogici. La prima preoccupazione, dopo la laurea, è stata quella di trovare un modo per conciliare il desiderio di continuare a fare ricerca in questo campo con la mia attività lavorativa come sviluppatore software in una azienda di servizi informatici. In particolare, mi serviva un appoggio per mantenere viva l’attenzione sull’argomento, malgrado i tempi inevitabilmente lunghi con i quali avrei proceduto nella ricerca.
Navigando in rete in cerca di stimoli, mi sono allora imbattuto in un articolo di Arthur Charpentier sul blogging accademico. Ho pensato che tenere traccia in un carnet de recherche, non solo dei progressi nella ricerca, ma anche delle considerazioni su una posizione accademica decisamente anomala come la mia, potesse essere utile in primo luogo a me stesso ma, forse, anche ad altri ricercatori.
Questa idea è stata proprio lo stimolo per aggiornare la mia pagina web personale, dividendola in “pagina professionale” e “pagina accademica” e creare un blog ad essa collegata. Inizialmente mi sono orientato sull’istallazione di una piattaforma di blogging nel mio spazio web. Ho però pensato poi che la gestione e l’amministrazione della piattaforma avrebbero potuto sottrarre tempo alla scrittura dei post. Ho così deciso di affidarmi ad una piattaforma di blogging preesistente e, rileggendo l’articolo di Charpentier, ho scoperto Hypotheses.org. Di Hypotheses mi è piaciuta subito non solo la possibilità di avere una piattaforma preconfezionata e pronta da riempire di contenuti, ma soprattutto l’opportunità di entrare in una rete di blog accademici, guadagnando anche, inutile nasconderlo, una certa credibilità in un ambiente che mi vede ai margini. Ho così risposto alle numerose domande del modulo di registrazione ed ho atteso con trepidazione di essere ammesso. Cosa che, in breve tempo, è avvenuta con mia grande soddisfazione.
Quali sono le sue principali ricerche e centri di interesse?
Il mio ruolo nella ricerca è quello di computational scientist, ovvero quello di fornire supporto informatico ad ambiti di ricerca legati alle scienze umane. In particolare, in questo periodo, sto collaborando al progetto Hochadelsdorf del prof. Paolo Rossi, al Dipartimento di Fisica dell’Università di Pisa. Il progetto si pone l’obiettivo di analizzare le genealogie della nobiltà europea studiandone le proprietà statistiche sotto vari aspetti (antenati comuni, ripetizione degli antenati, distribuzione dei cognomi, ecc.). Il mio ruolo è quello di creare, gestire e interrogare la base dati del progetto. Da un punto di vista istituzionale, non ho un ruolo accademico ben definito, mi definisco una sorta di “ricercatore volontario”.
Un altro campo di ricerca che mi piacerebbe affrontare in futuro riguarda le basi neurologiche del linguaggio.
Il posto che il blogging dovrebbe avere tra gli strumenti per la comunicazione accademica?
Credo che il blogging possa e debba rivestire diversi ruoli nella comunicazione accademica. Sicuramente è un ottimo strumento per raccogliere appunti, stimoli, riflessioni da condividere con la comunità dei ricercatori in modo da avere una informale peer review. E’ utile anche per tenere una traccia personale dell’evoluzione del proprio lavoro. In particolare, però, credo che il blogging accademico possa avere un ruolo divulgativo fondamentale. La comunicazione di cosa sia la ricerca e perché sia importante, deve inevitabilmente passare attraverso canali divulgativi che, senza sminuire il messaggio, ne presentino gli aspetti fondamentali. Forse in pochi leggeranno un articolo scientifico, ma molti possono leggere un post che sintetizza aspetti importanti di un dato argomento. Facendo i dovuti distinguo (perché non è un blog accademico), non sarei in grado di leggere un articolo sulla fisica delle particelle, ma trovo estremamente interessante leggere il blog di Marco Delmastro.
Cosa si aspetta dall’esperienza del blogging?
In primo luogo, mi aspetto una crescita ed un incoraggiamento personale. In questo senso, il blog è il mio tutor di ricerca, che mi sprona se è un po’ che non produco qualcosa, che mi consente di condividere i traguardi e sfogare le delusioni. E che spero rimanga trasversale ai progetti di ricerca, anche quando questi dovessero uscire da un ambito ufficiale.
Dal blog mi aspetto anche un ruolo comunicativo, di condivisione delle esperienze con altri ricercatori ed anche con sviluppatori software che non si occupano di ricerca, dato che alcuni post trattano argomenti puramente tecnici. L’idea è quella di riflettere sul number crunching senza distinzioni tra applicazione a modelli teorici o a contesti pratici.
Il blog infine è il mio piccolo contributo al mondo della ricerca scientifica intesa nel senso più ampio possibile.