Open Access Week 2014: destinazione Open Science
Battuta di inizio oggi per l’Open Access Week, evento globale ormai alla sua ottava edizione, per ribadire ancora una volta che l’accesso aperto è un’opportunità e non una minaccia per la ricerca accademica: aumentando la visibilità dei contenuti, ne allarga l’orizzonte di lettura facilitando la possibilità di creare comunità di ricerca sempre nuove e internazionali, e stimolarne l’inventività. L’Open Access, inoltre, non è inesorabilmente destinato a scontrarsi con le esigenze dell’editoria accademica ma, al contrario, può esserne un alleato (come dimostra, ad esempio, il modello Freemium proposto da OpenEdition).
L’Open Access mira quindi, innanzitutto, ad abbassare le barriere tecnologiche, economiche e giuridiche interposte tra il pubblico e i risultati della ricerca scientifica, com’è stato ricordato al primo incontro italiano di questa settimana, svoltosi a Trento: Open Access e scienza aperta: stato dell’arte e strategie per il futuro. È per questi motivi che l’Open Access, negli ultimi anni, è stato oggetto di politiche internazionali, europee ed italiane: l’Unione Europea, in particolare con le linee guida dell’European Research Council e Horizon 2020, ha posto precisi obblighi normativi per l’apertura delle pubblicazioni e dei dati scientifici frutto delle ricerche finanziate con fondi europei, e anche l’Italia, con l’art. 4 della legge 112/2013, ha iniziato a disegnare una cornice normativa per l’accesso aperto.
Ma come attuare le politiche di apertura e come dare un opportuno corso all’Open Access, pur continuando a collaborare con editori e società scientifiche? Sarà uno degli argomenti che verranno affrontati a Torino, mercoledì 22 ottobre, durante l’incontro Open Science: orizzonti e strumenti, durante il quale interverranno Gianpiero Pescarmona (Unito), Stefano Bianco (INFN e CERN), Enrico Balli (SISSA MediaLab) e Pierre Mounier, vicedirettore di OpenEdition, l’infrastruttura europea con cui l’Università di Torino sta sviluppando progetti di cooperazione e di ricerca nel campo della comunicazione e dell’edizione accademica digitale in accesso aperto. Durante l’incontro, che si terrà dalle 14 alle 18.30 nell’Aula Magna del Campus Einaudi (Lungo Dora Siena, 100), saranno annunciati i punti più importanti relativi a questa nuova collaborazione internazionale.
Sempre mercoledì 22 ottobre, sono in programma altri due incontri: a Novara, appuntamento alle 9, all’Università del Piemonte Orientale, con Open science in open society: prospettive sul valore sociale dell’accesso aperto (Dipartimento di Scienze del Farmaco, aula magna, Largo Donegani 2, Novara), mentre a Milano, all’Università Cattolica del Sacro Cuore, si terrà Pubblicare in Open Access: ricercatori più visibili, atenei più competitivi. Le iniziative della Commissione Europea in questo ambito: Horizon 2020 e OpenAIRE (Cripta dell’Aula Magna dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, largo A. Gemelli 1, dalle 10 alle 12).
Giovedì 23 ottobre si terrà invece a Verona, l’incontro L’Università, sistema aperto? Come diffonde i suoi risultati? (Università di Verona, Sala Verde, Ca’ vignal, Strada Le Grazie, 15, dalle ore 10.00 alle ore 17.15), una giornata di informazione sul diritto d’autore e l’editoria universitaria, mentre a Fiesole l’European university Istitute organizza, dalle 9.30 alle 12.45 l’incontro Young Scholars between Open Access and Traditional Publishing, una tavola rotonda per discutere di Open Access e editoria tradizionale.
Venerdì 24 ottobre si terranno infine: a Lecce, l’incontro Open Access: Generation Open @ UniSalento (Aula Seminari del Coordinamento SIBA, Via Di Valesio Via Di Valesio, angolo V.le S. Nicola, a partire dalle ore 10), e a Milano La policy per l’accesso aperto dell’Università degli studi di Milano, appuntamento seguito dalla tavola rotonda L’Open Access e la comunicazione digitale: quali i ruoli e quali gli sviluppi (Università degli Studi di Milano, Sala di Rappresentanza del rettorato, Via Festa del Perdono, 7, dalle ore 9.45 alle ore 13.00).
La strada verso l’accesso aperto alla ricerca è certamente e fortunatamente puntellata da discussioni sulle procedure di valutazione, sulla proprietà intellettuale, sugli investimenti nelle infrastrutture tecnologiche e gestionali, sulle nuove modalità di comunicazione della scienza: una settimana come l’Open Access Week 2014 serve a ricordarci quanto queste discussioni vadano orientate verso ciò che può facilitare la valorizzazione della ricerca, per il bene comune.