Messaggio conclusivo #EdAA17 | Cento in una volta sola è meglio di cento volte soli
Grazie a tutti per aver creduto e partecipato a questa sfida della non-conferenza, numerosi innanzitutto. Tra voi ci sono bibliotecari, docenti, ricercatori, membri dei sistemi bibliotecari o delle university press, sviluppatori, dottorandi, editori: a dimostrare che l’università può dare l’esempio di come si lavora insieme, al di là delle differenze di statuto, e come si lavora anche insieme con altri attori della società, in questo caso gli editori, per costruire collettivamente l’avvenire di un bene comune, in questo caso l’edizione e la valorizzazione della ricerca in accesso aperto.
Non mi dilungherò troppo in questa conclusione, le parole più importanti sono state dette stamattina, le avete dette e scambiate voi durante tutti i gruppi di lavoro della giornata e poco fa durante le restituzioni.
Il titolo che abbiamo scelto per questa non-conferenza è “Cento in una volta sola è meglio di cento volte soli”: richiama alla forza creatrice del collettivo. Un uomo solo, ci provasse duecento volte, non riuscirebbe a sollevare un obelisco, ma duecento insieme potranno riuscire a farlo.
E’ tempo di agire insieme, concretamente, come comunità accademica, per il rinnovo necessario del sistema delle pubblicazioni di ricerca, in direzione della massima apertura e condivisione del sapere.
Consolidare la rete delle collaborazioni italiane oggi, in tema di editoria e comunicazione accademica aperta, significa prepararci ad essere parte attiva nei progetti internazionali che già sono pronti.
Il progetto OpenEdition Italia, che ci ha permesso di incontrarci in questa occasione, è un momento – lo chiamerei così – che ci è dato per tessere relazioni, creare collaborazioni, immaginare progetti e trovare soluzioni per far crescere visibilità e impatto della ricerca italiana, in un mondo aperto e condiviso, al passo con gli standard internazionali.
Le risorse più fondamentali ci sono – e anche a rischio di sembrare retorica bisogna dirlo: siete voi, prima di tutto.
Oggi si è parlato anche di costi, di modelli economici, di gestione amministrativa, perché sappiamo bene che le risorse umane non bastano. Ma nessun’altra risorsa si può trovare se non c’è un collettivo che la richiede.
Siamo stati qui oggi, in una tappa importante, non per ripartire ognuno per la propria strada, ma per andare insieme in una stessa direzione, che valorizzi, comunichi e diffonda la nostra ricerca.
Siete tutti consapevoli delle difficoltà, logistiche e di bilancio, in cui vi trovate ad operare. Che questa consapevolezza diventi un motore per fare squadra.
Non ci sarebbero progetti europei come Operas, né Hirmeos – di cui abbiamo parlato spesso oggi – senza progetti singoli che partano dal basso; non ci sarebbe impatto per i progetti isolati, se non si trovasse modo di valorizzarli in una dimensione condivisa, interoperabile, intereateneo e internazionale.
Condividere oggi, a livello nazionale, il meglio di quanto già pensato nei singoli atenei è stato un primo passo verso una strutturazione delle collaborazioni italiane che sia compatibile con i modi di funzionamento dei nostri atenei. Come nel modello dei distretti industriali tipici del nostro paese, seppure certamente adattato alla produzione e circolazione delle conoscenze e decentrato, la forza deriva dalla collaborazione e dall’interconnessione di gruppi di lavoro specializzati e complementari.
Nel caso dell’editoria accademica aperta, all’orizzonte abbiamo la creazione di servizi robusti per la valorizzazione e disseminazione della ricerca, uniti a nuovi approcci per misurarne la qualità che porteranno a cambiare le modalità attraverso le quali la ricerca è realizzata, comunicata e valutata. E’ la comunità accademica come un tutto che si deve mettere alla guida di questo cambiamento.
Ora, come possiamo continuare quanto cominciato oggi ? Sicuramente condividendo il materiale che abbiamo creato insieme. Farlo circolare tra noi, con i nostri colleghi. Ma anche e soprattutto renderlo disponibile più ampiamente. Per questo il sito del progetto openeditionitalia.it è disponibile ad accogliere i vostri contributi e restituzioni della giornata di oggi. Saranno la base per continuare il percorso – completando ad esempio la carta dei servizi, o precisando delle linee guida che provengano dalla comunità accademica, e che orientino, ispirino, il lavoro della CRUI sul rapporto tra Open Access e qualità delle pubblicazioni.
Alessia Smaniotto, coordinatrice OpenEdition Italia