La nuova editoria accademica ha bisogno di ricercatori ed editori in avanguardia | #TdL17
Scopo dell’incontro è stato mettere a confronto i vari attori del mondo universitario, in particolare docenti ed editori, al fine di delineare le criticità emerse a partire dai mutamenti che hanno coinvolto il mondo della produzione del sapere accademico e di mettere in luce percorsi che permettano di superarle attraverso modalità collaborative. Quali modelli costituiscono la strada più convincente da percorrere?
I primi interventi di Valeria Pinto (Università di Napoli Federico II, autrice di Valutare e punire, Cronopio, 2012) e Andrea Claudi (ADI) sono ritornati sugli aspetti per loro più nefasti introdotti dalle nuove pratiche di valutazione della produzione accademica. In questo quadro la valutazione si pone come un dispositivo, una tecnologia di governo che struttura le condotte, producendo una situazione adattativa, se non una vera e propria sindrome di Stoccolma, nei confronti di un sistema che da un lato riduce la ricerca alla forma del saggio scientifico e dall’altro, imponendo tempi rapidi e un alto livello di produttività, rende impossibile una ricerca libera. La ricerca non si pone più come un progetto che può comprendere anche aspetti fallimentari, ma come un percorso rigido di cui è necessario presentare già in partenza il punto di inizio e quello di arrivo, una ricerca che deve porsi come immediatamente produttiva. Andrea Claudi ha sottolineato come questo tipo di selezione abbia un effetto negativo anche sulle scelte compiute dai dottorandi o dai giovani dottori di ricerca, che in un percorso di formazione già delicato, si ritrovano catapultati nel contesto del publish or perish.
L’accesso aperto e la digitalizzazione dell’editoria accademica possono consentire di andare oltre questo stato di cose? Paola Galimberti (Università Statale di Milano e ROARS) condivide l’idea che la valutazione così come è stata articolata non abbia prodotto effetti virtuosi né sul piano della didattica né su quello della ricerca. Indica però una possibile via per uscire da questa situazione critica: stimolare iniziative che si pongano come alternative. In questo senso la pubblicazione in accesso aperto della ricerca è la strada da percorrere per accedere a una dimensione valutativa che stia sul piano dell’intelligenza collettiva.
Anche Paolo Borsa (Università di Milano) individua come via per superare le criticità la necessità di allargare lo sguardo, in particolar modo in direzione dei bandi europei, caratterizzati da un’attenzione all’accesso aperto. Si può quindi andare oltre questa situazione guardando all’Europa e al digitale, che è in grado di rispondere all’esigenza di disseminazione dei risultati della ricerca.
Gli editori d’altro canto hanno dovuto mettere in campo strategie che consentissero di fronteggiare le nuove esigenze del mondo accademico. Angelo Ventriglia, sulla base dell’esperienza delle edizioni Franco Angeli, mette in luce come il digitale, l’accesso aperto e un accurato lavoro di inserimento dei metadati abbiano consentito di andare incontro alle esigenze del mondo accademico offrendo un più facile accesso al contenuto. Il cuore della nuova editoria consiste nel rendere la pubblicazione accessibile e rintracciabile. Non solo passi avanti e nuovi servizi sono stati messi in campo grazie alla digitalizzazione, ma essa risponde anche alla crescente esigenza di internazionalizzazione.
A testimonianza che altre vie sono percorribili per i ricercatori, Franco Tomasi (Università di Padova) delinea le caratteristiche e il percorso preso dall’iniziativa editoriale della collana Biblioteca Italiana Testi e Studi. Nata con l’intento di fronteggiare la crisi esterna e interna al mondo accademico e quella che interessa l’editoria, questo modello si concentra su un attento sistema di valutazione e sulla condivisione della ricerca interpretando in modo attivo la dimensione del digitale. Come si trova allora risposta alla crisi? Da un lato creando una rete di ricercatori per poter garantire la qualità della ricerca e dall’altro cercando di formalizzare l’analisi qualitativa. Visti gli elevati costi che si dovrebbero fronteggiare per rispondere all’esigenza di disseminazione della ricerca, il modello adottato dalla collana percorre la via dell’integrazione tra cartaceo e digitale, lasciando in accesso aperto il testo in pdf. Grazie inoltre alla collaborazione con Net7, i testi potranno essere presto arricchiti di apparati critici e della possibilità di commentarli.
Una via integrata è anche quella percorsa da Nicola Cavalli con Ledizioni, editrice che si è dedicata all’accesso aperto già dal 2008, guidata dall’idea di poter garantire una maggiore diffusione dei testi e della conoscenza in essi contenuta.